Tradizioni natalizie: la cena della vigilia
Pamela Colasante – Biologa
Molto spesso, distratti dalla frenesia degli acquisti e da una tendenza generale al materialismo, siamo portati a sottovalutare, fino ad ignorare, il senso di molti usi che caratterizzano il Natale. I nostri nonni e bisnonni invece conoscevano e conoscono il significato e la solennità di questa festa. Un patrimonio di conoscenze che derivano dalla cultura orale e da quella semplicità di spirito che caratterizza le generazioni del passato che andrebbe riscoperto e preservato.
La vigilia di Natale ha una grande valenza nel mondo cristiano, poiché si celebra, nella notte, la nascita di Gesù Bambino. Per il fedele, la veglia notturna della vigilia serve da transito verso il mistero della nascita del Dio che si fa uomo ed entra nella storia dell’umanità. All’originaria valenza si è andata poi aggiungendo quella propria della festa “popolare”, percepita anche dai non credenti e caratterizzata da una cena con caratteristiche peculiari detta appunto della vigilia. Tale usanza è diffusa in molte parti del mondo, principalmente in quasi tutti gli stati europei e nord-americani.
La cena della vigilia di Natale è un simbolo di attesa e di armonia familiare, esprime quel senso di speranza per la venuta di Gesù nella storia della propria famiglia.
Nel giorno di vigilia si è soliti digiunare durante la giornata per poi fare un pasto unico nel tardo pomeriggio. Si tratta di una cena simbolica di contrizione e per questo non prevede carne. Per tradizione si predilige un menù povero che in realtà “povero” di proteine, grassi e carboidrati non è. Le cose che si portano in tavola in Italia cambiano da zona a zona, addirittura anche all’interno della stessa regione ci sono diverse usanze. La cena della vigilia vissuta dalle nostre parti, sulla tavola vede un primo, un piatto dominante, come il baccalà, abbondanti contorni a base di verdura e il dolce.
Si comincia dalla pasta, che è rigorosamente scelta fra le paste lunghe, più precisamente i capellini o fedelini, al sugo di tonno. Il sugo con cui è condita la pasta è semplice, con olio, prezzemolo, cipolla e salsa di pomodoro.
Si prosegue con un secondo forte, come il baccalà in tutte le declinazioni possibili. Si può preparare il baccalà in umido con le patate e il pomodoro, preferibilmente cotto nel coccio che ne esalta i sapori, oppure si può fare arrosto accompagnato dai peperoni. Ci sono anche i fritti di baccalà fatti con pastella lievitata: bocconcini che possono ospitare anche verdure come zucchine, cavoli e broccoli. Accanto al baccalà ci sono le “sardelle”, impanate nella farina e fritte insieme al peperone rosso secco oppure spinate e condite con olio nuovo e aglio fresco.
Siamo ai contorni: la verza è il contorno della penitenza, spesso accompagnata con filetti di alici, aglio e fagioli, ripassata in padella.
Chiudono la cena i tradizionali calcionetti, dolci fatti al forno o fritti col ripieno a base di ceci o di marmellata d’uva, mandorle, miele e cannella.
Terminata la cena non ci resta che aspettare la mezzanotte per assistere al miracolo della nascita di Gesù Bambino, vivendo l’autentico spirito del Natale in cui gli scambi di auguri non sono un segno di fredda formalità ma rappresentano un vero segno di pace di cui tutte le famiglie hanno tanto bisogno. Buona vigilia e buon Natale!